SPQR, il significato storico della sigla simbolo della Roma antica e moderna
Tra i simboli più significativi e duraturi della civiltà romana spicca l’acronimo SPQR, un emblema che ha attraversato i secoli testimoniando il potere e l’identità dell’antica Roma. Diffuso in tutta la città eterna e presente in numerosi monumenti, stemmi e documenti, questo acronimo continua a rappresentare l’eredità politica e culturale di Roma, rimanendo oggi un segno distintivo ancora visibile e riconosciuto a livello globale.
L’acronimo SPQR sta per Senatus Populusque Romanus, che in latino si traduce come “Il Senato e il Popolo Romano”. Questa formula nasce durante la tarda Repubblica Romana, a partire dal I secolo a.C., quando il potere politico era diviso tra il Senato — composto dalle famiglie patrizie — e il popolo, che includeva sia i patrizi che i plebei.
La sigla, attestata su numerose epigrafi, monete e monumenti pubblici, simboleggia l’unità e la cooperazione tra il Senato e il popolo, che in teoria dovevano agire insieme per il bene dello Stato. Durante l’epoca imperiale, nonostante il Senato avesse perso gran parte del suo potere reale, SPQR rimase un simbolo autorevole, poiché l’imperatore governava ufficialmente in nome del popolo e in accordo con il Senato.
Un’interpretazione alternativa e storicamente riconosciuta dall’Accademia latina è quella che vede la “Q” dell’acronimo come abbreviazione di Quiritium: in questo caso la sigla si legge Senatus Populusque Quiritium Romanorum, ovvero “Il Senato e il Popolo dei Quiriti Romani”. I Quiriti erano i cittadini romani originari, dotati di pieni diritti civili, politici e militari, termine che risale addirittura all’epoca delle origini di Roma, intorno all’VIII secolo a.C.
Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente nel 476 d.C., SPQR continuò a essere utilizzato come simbolo di Roma, soprattutto nel contesto del Medioevo, quando la città si organizzò come libero Comune nel XII secolo. In questa fase, il simbolo fu ripreso dal Comune di Roma per rappresentare la propria legittimità e autonomia, spesso cristianizzandolo con interpretazioni come “Sanato Popolo Qumune Romano” o con l’aggiunta della croce che ne mutava il significato in “Crux, Salva Populum Quem Redemisti” (“O croce, salva il popolo che hai redento”).
Nel corso dei secoli, l’acronimo ha mantenuto un ruolo di primo piano nella rappresentazione ufficiale e simbolica della città. Durante il Fascismo, ad esempio, SPQR venne utilizzato in manifesti, monumenti e cerimonie pubbliche per richiamare l’eredità imperiale romana come simbolo di potenza e unità nazionale. Oggi è presente su moltissimi elementi dell’arredo urbano romano, dalle fontane ai tombini, passando per targhe e documenti ufficiali, diventando un vero e proprio marchio di appartenenza cittadina.
L’acronimo SPQR ha avuto anche un impatto culturale e popolare molto ampio. In ambito letterario, ad esempio, Giuseppe Gioachino Belli utilizzò la sigla nel suo celebre sonetto dal titolo “S.P.Q.R.”, interpretandola ironicamente come “Soli Preti Qui Regneno”. Nel mondo del fumetto, in particolare nella celebre serie di Asterix, la sigla è stata resa in modo umoristico come “Sono Pazzi Questi Romani”, enfatizzandone la fama e la carica evocativa.
Inoltre, diverse città italiane e di altri paesi hanno mutuato la formula Senatus Populusque affiancandola al nome locale, creando sigle simili come SPQA per Albano Laziale o SPQP per Palermo, a testimonianza dell’influenza storica e simbolica di Roma.
L’acronimo rappresenta più di un semplice simbolo politico: è l’espressione della struttura istituzionale e sociale dell’antica Roma, che ha influenzato profondamente la cultura e la civiltà occidentale. Il concetto di un potere condiviso tra un’assemblea rappresentativa e la cittadinanza è alla base del moderno concetto di democrazia e di diritto pubblico.
La diffusione di SPQR testimonia il forte legame tra Roma e la sua identità storica, che si riflette non solo nelle istituzioni ma anche nell’arte, nell’architettura e nella memoria collettiva. Monumenti come la Colonna Traiana, eretta dal Senato e dal Popolo Romano all’imperatore Traiano, riportano questa sigla come testimonianza della grandezza e dell’unità politica e militare della città.
Ancora oggi, la sigla SPQR è un elemento fondamentale del patrimonio simbolico di Roma, presente anche sulle maglie ufficiali dell’Associazione Sportiva Roma e utilizzata come segno distintivo in eventi culturali e storici della città.
Il retaggio di SPQR, dunque, non è solo quello di un acronimo antico, ma di un simbolo vivente che racconta la storia millenaria di Roma e della sua continua influenza nel mondo moderno.