
Stipendi ai aumento per molti lavoratori - bronziriace.it
Incredibili aumenti in vista per alcune classi di lavoratori che potrebbero ritrovarsi fino a 2.000 euro in più in busta paga.
Negli ultimi mesi le buste paga di molti lavoratori italiani hanno cominciato a lievitare, tra rinnovi contrattuali, bonus una tantum e nuovi stanziamenti statali. Gli interventi a favore di chi ogni giorno manda avanti scuole, ospedali, uffici pubblici e servizi locali si stanno moltiplicano a vista d’occhio.
Il trend è chiaro, il governo ha finalmente deciso di mettere mano al portafogli per riconoscere il valore dei lavoratori del settore pubblico. E così, comparto dopo comparto, iniziano a concretizzarsi aumenti reali in busta paga, anche se non per tutti e alcuni settori si trovano tagliati fuori.
I nuovi aumenti in busta paga
La partita più importante si gioca sul tavolo dell’impiego pubblico, per cui è in corso il rinnovo dei contratti relativi al triennio 2022-2024. Due comparti hanno già raggiunto un accordo, quello centrale e quello delle forze dell’ordine, ma mancano all’appello sanità, scuola e soprattutto, enti locali.

Proprio qui, per circa 480 mila dipendenti pubblici impiegati in Comuni, Regioni e altri enti territoriali, è arrivata una nuova proposta da parte dell’Aran. L’obiettivo pare essere molto chiaro, chiudere entro settembre per far partire gli aumenti in busta paga già entro la fine del 2025.
Se così non fosse, i nuovi stipendi rischierebbero di slittare al 2026, un beffa per chi già oggi percepisce ben due indennità di vacanza contrattuale. Una legata al triennio attualmente in corso, l’altra legata, ovviamente, a quello precedente, entrambe ancora senza contratto firmato e quindi incerte per molti lavoratori.
Nel dettaglio, la nuova bozza del contratto collettivo nazionale degli operatori delle funzioni locali prevede aumenti più consistenti rispetto alle versioni precedentemente discusse. Questo grazie anche alla novità rappresenta dal parziale conglobamento dell’indennità di comparto in quello che è il cosiddetto stipendio tabellare.
Si parla di aumenti medi mensili lordi pari a 158,48 euro per funzionari e lavoratori con qualificazioni elevate e 145,50 euro per gli istruttori. Si passa poi a circa 129 euro per gli operatori esperti e 122,48 euro per gli operatori semplici, un netto miglioramento rispetto ai numeri iniziali.
La bozza introduce anche importanti novità normative, come il buono pasto esteso ai lavoratori in smart working, finalmente equiparati a chi opera in presenza. E si guarda anche alla “settimana corta”, da tempo richiesta in diversi settori pubblici, concentrando le ore totali in quattro giorni lavorativi.
Nonostante i progressi, però, manca ancora l’intesa definitiva, Cgil e Uil frenano, giudicando insufficienti le risorse per recuperare l’inflazione e garantire dignità salariale. Senza un accordo, la firma potrebbe slittare, congelando tutto fino al 2026 e ritardando ulteriormente i tanti attesi aumenti.