
I primi segnali della malattia: come si manifesta(www.bronziriace.it)
C’é un disturbo psichiatrico complesso e cronico che influisce profondamente sul comportamento delle persone.
Riconoscerne i sintomi è fondamentale per un intervento tempestivo e mirato. In questo articolo approfondiremo come si comporta uno schizofrenico, illustrando i dieci sintomi più comuni e le caratteristiche cliniche di questo disturbo.
La schizofrenia generalmente esordisce tra i 16 e i 30 anni, spesso dopo un episodio psicotico acuto. Tuttavia, i sintomi iniziali possono svilupparsi lentamente già dall’adolescenza. Tra i segnali precoci più frequenti si evidenziano:
- Peggioramento delle prestazioni scolastiche o lavorative
- Difficoltà di concentrazione e pensiero confuso
- Sospettosità persistente o pensieri paranoici
- Isolamento sociale crescente
- Idee o convinzioni insolite e difficili da comprendere per gli altri
- Distacco emotivo o sensazioni anomale
- Scarso interesse per come gli altri li percepiscono
- Problemi nel distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è
- Difficoltà nel comunicare in modo chiaro
Questi sintomi rappresentano un campanello d’allarme e possono essere divisi in tre categorie principali:
- Sintomi positivi, che includono allucinazioni e deliri, ovvero percezioni e credenze che alterano la realtà condivisa.
- Sintomi negativi, che si manifestano come perdita di motivazione, interesse e capacità relazionale.
- Sintomi cognitivi, riguardanti problemi di attenzione, memoria e capacità di elaborazione del pensiero.
Come riconoscere uno schizofrenico: i dieci sintomi più comuni
Nel decorso della malattia, la persona schizofrenica può presentare una combinazione variabile di sintomi, più o meno gravi. I dieci sintomi più frequenti sono:
- Allucinazioni: percezioni sensoriali inesistenti per gli altri, spesso uditive, come sentire voci che commentano o parlano tra loro.
- Deliri: convinzioni erronee e fisse, spesso paranoidi o di grandezza, difficilmente modificabili anche di fronte a prove contrarie.
- Pensiero disorganizzato: difficoltà a strutturare idee coerenti, con discorsi confusi o incoerenti.
- Anosognosia: incapacità di riconoscere consapevolmente il proprio disturbo psicologico, non da confondere con un semplice rifiuto della malattia.
- Problemi di concentrazione e memoria: difficoltà a mantenere l’attenzione e a ricordare informazioni recenti.
- Emotività eccessiva o alterata: reazioni iperattive o movimenti continui, che possono manifestarsi improvvisamente.
- Deliri di grandezza: percezione esagerata delle proprie capacità o importanza.
- Ritiro emotivo: distacco dai propri cari e dall’ambiente, con scarsa o nulla reattività alle situazioni emotive.
- Difficoltà nel pensiero astratto: incapacità di comprendere concetti complessi o di generalizzare esperienze.
- Comportamento disorganizzato e bizzarro: atteggiamenti strani come sorridere senza motivo, parlare da soli, o movimenti inconsulti.
Questi sintomi richiedono l’attenzione di un professionista della salute mentale, poiché il trattamento precoce migliora significativamente la qualità della vita del paziente.

La schizofrenia è una psicosi cronica con un decorso superiore ai sei mesi, caratterizzata da alterazioni delle funzioni cognitive, percettive, comportamentali e affettive. Il termine, coniato dallo psichiatra Eugen Bleuler nel 1908, indica la “scissione della mente”, ovvero una separazione tra personalità, pensiero, memoria e percezione, non da confondere con il disturbo dissociativo dell’identità.
La prevalenza globale della schizofrenia è circa dello 0,3-0,7%, con un’incidenza simile tra uomini e donne. L’insorgenza tipica è in età adulta giovane, ma può manifestarsi anche in adolescenza o, più raramente, in età avanzata.
La causa esatta resta ancora sconosciuta, ma la ricerca scientifica attuale evidenzia una base multifattoriale, comprendente:
- Fattori genetici: la familiarità aumenta il rischio, con una concordanza del 45% nei gemelli monozigoti.
- Alterazioni neurobiologiche: modificazioni strutturali del cervello, come l’aumento del volume dei ventricoli e l’assottigliamento della corteccia cerebrale.
- Disfunzioni neurochimiche: squilibri nei sistemi della dopamina e del glutammato.
- Fattori ambientali e di sviluppo: traumi infantili, complicazioni perinatali, infezioni prenatali e stress psicosociali.
- Uso di sostanze: in particolare cannabis e stimolanti, che possono scatenare o aggravare i sintomi.
La schizofrenia si presenta in diverse fasi: prodromica (con sintomi lievi e spesso non riconosciuti), acuta (con sintomi psicotici evidenti), e fasi di remissione o cronicizzazione. Il decorso può variare molto da persona a persona.